Ambiente, revisione con stretta

Riporto una scansione dell’articolo pubblicato oggi dal Sole 24 ore sullo schema di decreto legislativo correttivo del Codice ambientale in materia di rifiuti. Viene ridefinita la nozione di rifiuto (oggetto di deferimento della Corte dell’Unione Europea), eliminata l’assimilazione dei rifiuti speciali in rifiuti urbani, ed altro ancora.

Vi consiglio di leggere anche il comunicato stampa pubblicato sul sito dei Verdi, con le dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio e di Grazia Francescato.

Di seguito l’articolo:
Ambiente, revisione con stretta
Pecoraro Scanio lascia uno spiraglio: pronti ad accogliere le richieste delle aziende

Bianca Lucia Mazzei
ROMA
Ripristino del Mud anche per i produttori di rifiuti non pericolosi, modifica della definizione di rifiuto, eliminazione delle categorie di sottoprodotto e materia prima .secondaria, giro di vite sui depositi temporanei, regole più severe nell’esclusione di terre e rocce da scavo dal regime dei rifiuti. Lo schema di decreto legislativo correttivo del Codice ambientale, varato ieri in via preliminare dal Consiglio dei ministri, modifica e riscrive molte delle norme previste dal decreto legislativo 152/06 per i rifiuti e la tutela delle risorse idriche. «Sono molto soddisfatto — ha dichiarato il ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio — dell’approvazione di questo provvedimento. Abbiamo avviato un’azione di manutenzione nei confronti delle parti più critiche del Codice ambientale, ma stiamo già lavorando all’intera riforma del testo».

Il percorso
L’iter di approvazione è comunque ancora lungo. Servirà un doppio passaggio parlamentare per i pareri delle commissioni competenti, l’esame della Conferenza Stato-Regioni e altre due approvazioni del Consiglio dei ministri. L’attuale testo può, quindi, essere rivisto e modificato, anche perché non tutte le divergenze sono state composte. «Permangono — ha ammesso Pecoraro Scanio — delle osservazioni anche da parte di altri ministeri (in particolare, su materie secondarie, sottoprodotti e rocce da scavo). Ora però — ha aggiunto — intendo aprire una nuova fase di confronto con il Parlamento, la Conferenza unificata, il mondo imprenditoriale e associativi».

Le finalità
Composto di un solo articolo con 47 commi, il correttivo intende recepire le indicazioni dei pareri parlamentari (in parti-colar modo del Senato) e della Conferenza Stato-Regioni, resi in occasione del varo del primo decreto legislativo di modifica. L’obiettivo, spiega la relazione illustrativa, è adeguare il decreto legislativo 152/06 al diritto comunitario e chiudere le procedure di infrazione.

Il contenuto
La revisione delle parti terza e quarta del Codice comincia con ladefinizionedi scarico contenuta nell’articolo 74: viene ripristinata la nozione prevista dalla vecchia normativa e basata sul concetto di «immissione diretta tramite condotta».
In tema di rifiuti, lo schema di decreto legislativo riscrive completamente gli articoli: 181 (recupero dei rifiuti), 183 (definizioni), 185 (limiti al campo di applicazione), 186 (terre e rocce da scavo), 206 (accordi, contratti di programma e incentivi). In particolare, cambia la definizione di rifiuto (oggetto di deferimento alla Corte UE) e sono cancellate le categorie di sottoprodotto e materia prima secondaria per attività siderurgiche e metallurgiche. La ragione sta nel fatto che l’attuale disciplina allargherebbe troppo il campo dei prodotti che si sottrarrebbero alla nozione di rifiuto.
Per i depositi temporanei scompare la possibilità prevista dal Codice di avviare i rifiuti al recupero o allo smaltimento con cadenza bimestrale ( i non pericolosi) e trimestrale (i pericolosi ). Questa procedura scatterà solo in base al superamento di un tetto quantitativo: 10 metri cubi per i pericolosi e 20 per quelli non pericolosi.
Giro di vite anche sul Mud. Dovranno tornare a presentare la dichiarazione ambientale anche imprese ed enti che producono rifiuti non pericolosi derivanti da lavorazioni industriali, artigianali e attività di recupero e smaltimento rifiuti, e fanghi (il Codice ha invece escluso questi soggetti dalla compilazione del modello).
Le nuove regole su terre e rocce da scavo stabiliscono che la sot-trazione al regime dei rifiuti è prevista solo se questi materiali sono destinati in maniera certa e senza necessità di trattamenti preventivi all’effettivo utilizzo per reinterri, riempimenti e rilevati nell’ambito del progetto sottoposto a Via o di un progetto specifico approvato dall’autorità competente. Cancellato infine l’iter semplificato per l’iscrizione all’albo dei gestori ambientali per le imprese che effettuano trasporti di rifiuti propri non pericolosi o pericolosi fino a 30 chili o litri. Resta l’esclusione dalle garanzie finanziarie ma ulteriori snellimenti si potranno definire solo con successivo decreto ministeriale.

I contenuti
Definizioni di scarico
Viene ripristinata la vecchia nozione basata sull’immissione diretta tramite condotta

La nozione di rifiuto
Viene riscritta allargandone il campo di applicazione. Le categorie di sottoprodotto e materia
prima secondaria per attività siderurgiche e metallurgiche vengono eliminate

Deposito temporaneo
I rifiuti pericolosi devono essere raccolti e avviati al recupero o allo smaltimento ogni volta che si superino i 10 metri cubi. Per i non pericolosi la soglia è 20 metri cubi

Prodotto recuperato
Definizione introdotta dallo scherna di decreto legislativo che identifica un prodotto finito derivante da un completo trattamento di recupero, che non può essere distinto da altri prodotti derivanti da materie primarie

Terre e rocce da scavo
Perché vengano sottratte al regime del rifiuti è necessario che ci sia certezza dell’utilizzo senza bisogno di trattamento preventivo

Mud
Torna l’obbligo di presentazione del Modello per le imprese che producono rifiuti non pericolosi derivanti da lavorazioni industriali, artigianali e attività di recupero e smaltimento rifiuti

Rifiuti urbani
Cancellati i criteri in base ai quali i rifiuti speciali possono essere assimilati a quelli urbani. Attualmente il Codice indica la superficie di esercizio dell’attività

Trasporto rifiuti propri
Viene cancellato il sistema di iscrizione semplificato all’Albo dei gestori ambientali

Bonifiche
Le attività in corso all’entrata in vigore del Codice (29 aprile 2006) devono seguire le regole della normativa precedente (articolo 17, decreto legislativo 22/1997)

Ambiente, revisione con stretta

13 commenti su “Ambiente, revisione con stretta

  1. alla luce di quanto su esposto (scusate l’ignoranza) se io ho un piccolo negozio di alimentari e produco rifiuti da imballaggio (carta, cartone, film plastici etc…) dovrò presentare il Mud sì o no? Scusate ancora ma non ci capisco più nulla!!!!

  2. Il codice ambientale è di trecento pagine prettamente tecniche, è normale non riuscire a comprenderne tutti gli effetti pratici.

    Purtroppo non so aiutarla, non essendo di mia competenza. Ancora il documento è in bozza e deve passare il vaglio delle camere, quando diverrà definitivo si potranno fare ulteriori considerazioni.

    In particolare credo che la sua situazione rientri nel discorso dei rifiuti assimilabili ai rifiuti urbani, e per questo non dovrebbe essere necessario il mud. Però non prenda questa mia considerazione come una interpretazione tecnica affidabile, purtroppo non ho il tempo né la preparazione per studiare ed approfondire anche le cose che non sono di mia diretta competenza come consigliere comunale.

  3. BONIFICA RECUPERO E RIQUALIFICAZIONE
    Il Comitato Cittadino Isola Pulita scrive una Lettera aperta al Signor Sindaco Portobello
    C’E’ CHI DICE NO!
    Signor Sindaco Portobello, Lei nel marzo del c.a. ha diffidato la Italcementi, consci del fatto che il provvedimento da Lei adottato nei confronti della Italcementi era un atto Dovuto, ci preme in ogni caso comunicarLe il nostro grande apprezzamento, per la Sua decisione, a dimostrazione di un’assunzione di RESPONSABILITA’.
    Probabilmente possiamo affermare, che per la prima volta ad Isola delle Femmine una pubblica istituzione intima e sollecita un’Azienda privata al rispetto delle leggi in materia ambientale, della salute dei cittadini, al rispetto del territorio in cui, un’azienda, agisce e produce.
    Ci rendiamo conto delle resistenze che ha dovuto superare nell’adottare il provvedimento, perché come tutti possono immaginare, ma non dire, (si vocifera) che tra la politica (con la p minuscola) e la Italcementi si è creato una sorta di “vicendevole e benevolo condizionamento”. Vedasi l’impegno della Italcementi nel soddisfare alcune esigenze della nostra Comunità, nel favorire assunzioni di nostri concittadini e varie opere di beneficenze, un esempio illuminante è stata la concessione autorizzata qualche anno addietro, dal Comune di Isola per la realizzazione del deposito di stoccaggio di petcoke. Sembra esservi dubbi sulla sua legittimità oltretutto in un sito in cui si svolgeva attività estrattiva. A tal proposito c’è da chiedersi ed eventualmente verificare la scadenza della concessione.
    Per tornare alla Sua diffida, noi pensiamo che diversamente da quanto affermato dalla Italcementi, il petcoke non è una cosa “innocua”. Esperti chimici hanno dimostrato il petcoke: ricchi di metalli pesanti e zolfo.
    L’ARPA sembra aver riscontrato delle violazioni per l’uso del combustibile Petcoke, al punto di doverne dare dovuta informativa all’autorità giudiziaria.
    L’uso di questa “feccia del petrolio”, che va sempre più aumentando, determina un incremento vertiginoso dei profitti. Tutto ciò naturalmente può avvenire se è consentito, senza che chi ne ha la responsabilità si curi di tener conto dell’ubicazione dello stabilimento che è posto in un’area altamente abitata, pensiamo! All’ingresso del Paese. (alto rischio oltre che ambientale anche sanitario). Oggi finalmente: l’ARPA ammette che le proteste dei cittadini di Isola avevano fondamento. I Cittadini di Isola delle Femmine dicevano la verità! D’altronde anche l’ Italcementi comincia a dire qualcosa in più, anche se con lo scopo di tirare acqua al suo mulino senza dire fino in fondo come stanno effettivamente le cose! (per esempio quando si vuole scambiare il petcoke con il carbone o polverino di carbone). L’ARPA afferma che: “…la Italcementi non è in grado di fornire la documentazione tecnica allegata ai decreti autorizzativi sopraelencati, né di indicare quali fossero i combustibili autorizzati, né la data d’inizio d’impiego del petcoke; si evidenzia altresì che la natura del combustibile utilizzato…… le modalità di gestione del petcoke non sono citate nei decreti autorizzativi e non sono descritte nelle relazioni annuali prodotte dalla Ditta sul contenimento delle emissioni diffuse; inoltre la ditta effettua attività di recupero rifiuti costituiti da refrattari nella linea di produzione clinker e di gessi chimici da desolforazione nella produzione di cemento nel molino cotto 3. Di quest’attività di recupero non è data evidenza nelle relazioni analitiche relative ai punti d’emissione.”. Ai sensi delle direttive Europee gli “Stati membri (cioè l’Italia) devono adottare le misure necessarie per assicurare che i rifiuti siano recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza usare procedimenti o metodi che POTREBBERO recare pregiudizio all’ambiente e in particolare:
    – senza creare rischi per l’acqua, l’aria, il suolo e per la fauna e la flora;
    – senza causare inconvenienti da rumori od odori;
    – senza danneggiare il paesaggio e i siti di particolare interesse”.
    In percentuale, proviamo a chiederci, quanto incidono sull’inquinamento dell’aria le continue e frequenti emissioni derivanti dall’attività lavorativa della Italcementi? INQUINARE l’aria, è un reato molto grave, che coinvolge il Sindaco, e dirigenti della pubblica amministrazione.
    Le considerazioni che in genere sono fatte a fronte di tali affermazioni sono:
    “siete in grado di provare ciò?” I ricercatori parlano in termini di anni per avere una casistica certa e meritevole di costituzione in giudizio. Per esempio a distanza di anni, in un’area ove si produce cemento, si è accertato che sul 20% della popolazione erano concentrati il 60% dei tumori polmonari presenti nella zona e ciò ha provocato denunce penali.
    Quando si parla di emissioni, per la salute dei lavoratori della Italcementi dei loro figli e dell’intera Cittadinanza è importante sapere quantitativamente le sostanze immesse nell’aria.
    Un Sistema di rilevazione e controllo autogestito con la partecipazione delle Associazioni dei Cittadini, potrebbe fornirci delle indicazioni precise sulla qualità dell’aria che respiriamo.
    – Ci chiediamo se il Sindaco i Rappresentanti dei lavoratori e i cittadini siano bene informati su quanto con sempre più frequenza avviene in termini di emissioni.
    – Chiediamo a Lei Signor Sindaco, che ha avuto l’opportunità di approfondire la questione. Se ha chiesto spiegazioni, rispetto delle normative ed impegni precisi alla Italcementi?
    Noi Abbiamo fondati motivi per ritenere che nulla di tutto questo sia accaduto e dobbiamo prendere atto che chi “giura” sulle garanzie del processo produttivo, chi parla di “controlli efficienti” sui combustibili utilizzati, chi si sbraccia per sostenere di “avere a cuore” e di fare il possibile per tutelare la salute dei suoi concittadini, in pratica cerchi di mascherare una tragica realtà che risulta più comoda nascondere o minimizzare.
    Sottovalutare o fingere di ignorare, i rischi a cui quotidianamente i cittadini di Isola sono soggetti, e perdere altro tempo, contando sullo sfinimento, l’emarginazione, la derisione, l’ isolamento di chi è impegnato nella difesa della salute e della qualità della vita, E’ UN REATO! Vi è in Noi la convinzione che OGGI: la tecnologia ha in serbo tutti gli strumenti necessari affinchè il ciclo produttivo della Italcementi, possa svolgersi nel rispetto della salute dei lavoratori dei nostri cittadini e di quelli di tutti i comuni limitrofi. Il problema è solamente di natura economica. Nel ribadire ancora una volta la nostra posizione della salvaguardia degli attuali livelli occupazionali, rivolgiamo un forte appello ai cittadini e ai lavoratori affinché si riprenda una seria riflessione su quanto avvenuto e quanto sta avvenendo in questi impianti. La tutela della salute non può essere delegata e l’unica garanzia passa attraverso l’assunzione di un impegno diretto, responsabilità e azione di noi cittadini direttamente interessati.
    Signor Sindaco Portobello, a Lei che è delegato a tutelare la salute pubblica, Le chiediamo di essere più presente quando si affrontano di queste problematiche che vedono coinvolta l’intera comunità che Lei pensa di Amministrare. Ora! Ai cittadini di Isola delle Femmine è data una grande opportunità: attraverso una grande opera di BONIFICA dell’area che l’ARPA ha certificato essere contaminata creare le condizioni di un recupero ambientale e paesaggistico ai fini di una fruibilità da parte dei cittadini di un sito che la Comunità Europea ha dichiarato essere area di protezione ambientale e che in Italia è stato recepito dal Decreto Presidenziale 357 dell’8.9.97.
    Comitato Cittadino Isola Pulita

    http://www.isolapulita.it

  4. DIMMI COME RESPIRI E TI DIRO’ COME STAI
    INCREDIBILE MA VERO………………………….
    Casette di Baone: tanto verde, pochissimo traffico ma inquinamento come all’Arcella e alla Mandria.
    ARPAV ha condotto, a partire dal 2005, una doppia rilevazione discontinua di 37 giorni totali in una località (Via Casette) del comune di Baone e l’ha confrontata con i dati di inquinamento di due località quali Arcella e Mandria del comune di Padova.
    La località Casette si trova a circa due chilometri dal comune di Baone in direzione Monselice adagiata su un colle, vi risiedono pochissime famiglie, immersa nel verde collinare, in prossimità di un piccolo lago, attraversata da un’unica strada dove non possono circolare camion e con un traffico veicolare molto contenuto.
    E’ meta perciò di molti appassionati delle passeggiate, a piedi e in bicicletta, che amano aree verdi, silenziose, poco trafficate e sperano di essere lontani dall’inquinamento cittadino. Per contro le località Arcella e Mandria sono considerate da tutti le aree più inquinate del comune di Padova. Sono zone ad altissima densità abitativa, praticamente prive di verde pubblico, con un traffico continuo di decine di migliaia di auto al giorno, i cui abitanti, quando possono, fuggono alla ricerca di località più tranquille, come per esempio Casette di Baone, sperando, magari con una passeggiata a piedi o in bicicletta, di allontanarsi dall’inquinamento e dal rumore.
    I risultati delle analisi che gli amanti delle passeggiate all’aria apertasi dovevano attendere erano dunque quelli che confermassero aria pulita a Casette di Baone con valori bassissimi degli inquinanti caratteristici dellacombustione causata da motori a benzina e diesel, motorini, caldaie agasolio ecc. tipici delle città.
    Purtroppo ARPAV non ha potuto, anche se forse avrebbe voluto, rassicurare sulla bontà dell’aria di Casette di Baone perchè i dati delle analisi di anidride solforosa, ossidi di azoto, ozono, PM10 e tutti gli altri indicidell’inquinamento da combustione che sono stati trovati nella tranquilla località collinare hanno valori dello stesso ordine di grandezza di quelli di Arcella e Mandria .
    Le aride rilevazioni evidenziano quindi che fare una passeggiata in questa verde e bella area dei Colli Euganei equivale, per quanto attiene la qualità dell’aria, a farla proprio nella trafficatissima via Tiziano Aspetti all’Arcella dove per l’appunto ¨ posizionata la centralina di rilevamento dell’Arcella.
    Per chi preferisse un’aria solo di poco differente per polveri, ozono e metalli pesanti non ci sono grossi problemi, la potrebbe inalare facendo un giro in bicicletta alla Mandria. Che senso ha a questo punto, si dovrebbe chiedere un cittadino di Padova , preoccuparsi di trasferire macchina e famiglia (litigando spesso con moglie e figli che preferiscono il centro) per andare a fare una scampagnata a Casette di Baone quando gli stessi ingredienti respiratori li può trovare sottocasa?. Ovviamente la domanda di un abitante di Casette di Baone (e dintorni) dovrebbe essere diversa, molto più indignata e del tipo: come è possibile che vivendo in collina, lontano dal paese, circondato dal verde io sia costretto a respirare la stessa aria della via più ricca di traffico di unacittà di oltre 200.000 abitanti?
    Purtroppo la risposta c’è¨ ed è¨ nota da tempo a tutti coloro che non vogliono ignorarla.
    Con i dati di ARPAV si spera diventi chiara anche ai Cementifici della zona ed alle Istituzioni Pubbliche competenti e responsabili (per usare uneufemismo).
    PS: La località Casette di Baone e comunque talmente bella e suggestiva checontinuerà a frequentarla.
    Leandro Belluco

    PM10 e Ozono: cocktail pericoloso
    I ricercatori della USC, l’università del Sud della California, diretti da Michael Jerrett, specialista di medicina preventiva, hanno stabilito che il rischio di patologie cardiache e polmonari si manifestano con incidenza tripla nei soggetti sottoposti a esposizione cronica da PM10. Le polveri sottili, secondo la ricerca, grazie alla loro dimensione (un ottavo di ventesimo di capello umano) dopo essere entrate in profondità nei polmoni farebbero il loro ingresso nel circolo sanguigno favorendo seriamente la predisposizione anche per altre malattie. Diffuso negli USA, lo studio segue le dichiarazioni di Jerri Martin, portavoce dell’ente americano per la salvaguardia dell’ambiente (EPA): “Più la ricerca tecnolgica ci consente di conoscere le PM10 più si conferma la loro pericolosità” ricordando i progressi fatti riguardo lo studio degli effetti sulla salute del cocktail costituito da polveri sottili e ozono.I nuovi dati sulla pericolosità delle PM10 hanno indotto infatti il coordinatore dell’EPA Stephen L. Johnson a promuovere una revisione dei parametri tollerabili nell’aria adottati fino ad oggi negli USA. A dar man forte alla rinnovata attenzione sulla qualità dell’aria da parte delle autorità anche uno studio separato dell’USC condotto dalla endocrinologa Rebecca Sokol su un diverso inquinamento da ozono, che ha interessato la capacità procreativa di 5000 uomini. Niente di definitivo, ma la ricercatrice ha verificato che ad ogni aumento della presenza di gas nell’aria di 14 parti per miliardo corrisponderebbe un calo del 3% nella produzione di spermatozoi.

    Comitato Cittadino Isola Pulita di isola delle Femmine

  5. Thursday, November 30, 2006

    Figura1 Figura 2

    IO NON MENTO SUL CEMENTO

    CEMENTO OTTENUTO DAI RIFIUTI E RISCHI AMBIENTALI

    a cura del Comitato “Lasciateci Respirare” di Monselice (PD) Maggio 2005

    Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna (Einstein)
    Il vero viaggio di scoperta non consiste nello scoprire nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi (Marcel Proust)

    COMITATO POPOLARE LASCIATECI RESPIRARE di Monselice (PD)
    *SOMMARIO
    *PREMESSA………………………………………………………………………………………………………………………….
    *IL PROCESSO PRODUTTIVO DEL CEMENTO E L’INQUINAMENTO ATMOSFERICO
    *LO STRAVOLGIMENTO DEL SIGNIFICATO DELLA PAROLA BRUCIARE
    *NULLA SI CREA, NULLA SI DISTRUGGE, TUTTO SI TRASFORMA
    *CONCLUSIONI……………………………………………………………………………………………………………………….
    *LE AREE PIU’ INQUINATE DELLA TERRA VISTE DAL SATELLITE

    PREMESSA

    Il Comitato “Lasciateci Respirare” di Monselice da anni sta fronteggiando il tentativo, quasi riuscito, di trasformare i cementifici in inceneritori senza rispettare le normative sugli inceneritori (ad oggi legale, anche se non sempre attuato con leggi italiane pienamente conformi alla normativa europea)
    L’area dei cementifici di Monselice ed Este ha la più alta concentrazione d’Europa di cementifici e per questo nel Piano Regionale di Tutela e Risanamento del Veneto è inserita tra le aree più a rischio per l’inquinamento dell’aria insieme a:
    – Polo industriale di Marghera
    -Polo Conciario Vicentino
    -Distretto del Mobile Trevigiano
    -Distretto del Mobile Veronese
    -Area del Delta Del Po

    A seguito di un chiaro ed accertato peggioramento della qualità dell’aria, fortunatamente segnalato dalla presenza di odori acri in alcune località di Monselice, il Comitato ha cominciato ha premere su istituzioni, organismi di controllo e strutture pubbliche al fine di capire e chiarire l’impatto ambientale e sanitario di questi impianti.
    I cementifici di Monselice (pari a 4 forni) sono caratterizzati da un processo produttivo in cui, all’interno di un forno, viene prodotto il “clinker” a partire da una farina cruda ottenuta previa macinazione di materie prime, tra cui anche i rifiuti (rifiuti industriali). Si tenga presente che il cemento dovrebbe essere il prodotto di un processo di trasformazione mineralogica, in cui la composizione chimica generale non dovrebbe cambiare, ma avvengono modifiche nella composizione mineralogica della materia prima (norma UNI 197-1).
    Purtroppo, quest’ultimo aspetto (l’uso di rifiuti nel processo produttivo del cemento) è stato sottovalutato nelle sue conseguenze ambientali e sanitarie (anche sul prodotto finito).
    Ai sensi della Direttiva del Consiglio 15 luglio 1975, 75/442/CEE gli Stati membri (cioè l’Italia) devono adottare le misure necessarie per assicurare che i rifiuti siano recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza usare procedimenti o metodi che POTREBBERO recare pregiudizio all’ambiente e in particolare:

    – senza creare rischi per l’acqua, l’aria, il suolo e per la fauna e la flora;
    – senza causare inconvenienti da rumori od odori;
    – senza danneggiare il paesaggio e i siti di particolare interesse.

    Purtroppo tutto questo non succede e a conferma di ciò punteremo l’attenzione su carenze legislative italiane, dati ufficiali e riflessioni di autorevoli esponenti del mondo scientifico.
    Abbiamo voluto fare un piccolo riassunto delle criticità emerse dalla nostra esperienza diretta,
    consapevoli che ancora molto c’è da chiarire e approfondire su questo tema.

    IL PROCESSO PRODUTTIVO DEL CEMENTO E

    L’INQUINAMENTO ATMOSFERICO

    I cementifici sono caratterizzati dalla presenza di un forno in cui, previa macinazione e miscelazione, entra una farina cruda che alla fine si trasforma in clinker (“farina cotta”), a cui a seconda del tipo di cemento finale vengono aggiunti altri prodotti (tra cui rifiuti come le ceneri).
    Per capire l’evoluzione dei cementifici in veri e propri stabilimenti di smaltimenti rifiuti è sufficiente visitare il sito dell’Italcementi Group (2004).
    Lo schema rappresenta un tipico ciclo di produzione, indicando (in alto a sinistra dello schema) le materie prime, i combustibili e i correttivi del cemento convenzionali (il pet coke non ha niente di convenzionale come combustibile) e in basso a destra dello schema alcune delle principali tipologie di rifiuti riutilizzabili nelle corrispondenti fasi del processo. (vedi figura 1) Un accenno particolare merita l’utilizzo dei combustibili alternativi (es:RDF, CDR etc). Infatti la riduzione dei costi energetici è un aspetto critico in quanto il 40% del costo di produzione del cemento è di tipo energetico. Per stare sul mercato devo ridurre i costi cioè trovare combustibili meno costosi (pet.coke) o addirittura essere pagato (rifiuti).
    La stessa AITEC (dal 1959 è l’associazione di rappresentanza delle Aziende italiane produttrici di cemento) afferma con assoluta certezza e tranquillità che:
    “L’utilizzo di combustibili non convenzionali, quali ad esempio alcuni rifiuti organici e inorganici, offre una valida e competitiva alternativa alle fonti energetiche tradizionali nel pieno rispetto degli standard qualitativi del prodotto e della salvaguardia dell’ambiente. La tipicità del processo produttivo del cemento, nonché della sua composizione chimico-mineralogica, rende ideale l’utilizzo di alcuni rifiuti nell’alimentazione dei forni di cottura; rifiuti, quali pneumatici, oli esausti, rifiuti solidi urbani ecc., che altrimenti dovrebbero essere inceneriti o portati a discarica. Infatti gran parte delle sostanze liberate dalla combustione di tali rifiuti vengono inglobate nel prodotto stesso, senza produzione di emissioni supplementari”.

    Insomma, state tranquilli siamo meglio degli inceneritori. Purtroppo non è così!
    Riassumendo, quindi, i rifiuti entrano in un cementificio quindi come:
    •Materie prime e/o additivi (Terre di fonderia, Ceneri da centrali a carbone, Polveri da filtri
    elettrostatici, rifiuti da demolizioni e costruzioni comprese terreni di siti contaminati etc)
    •Combustibili (Oli usati, Pneumatici, Coke di petrolio o pet-coke, Farine animali, Combustibile da rifiuto detto CDR)
    Come è noto nella gestione dei rifiuti dovrebbero essere privilegiati prima la riduzione della produzione dei rifiuti, poi il riutilizzo, il riciclo e solo successivamente recupero e smaltimento.
    Ad oggi grazie al Decreto Ronchi e a Decreti successivi (in primis il DM 05/02/98) nei cementifici è consentito l’utilizzo di rifiuti per attività di:
    -Recupero di materia
    -Recupero di energia
    Tra i combustibili utilizzati c’è il pet coke su cui non entriamo nel merito, ma che meriterebbe una attenta valutazione per quanto riguarda l’inquinamento atmosferico e l’impatto sanitario per la rilevante presenza di vanadio, nickel ed altre sostanze pericolose.
    Da indagini locali e inventari europei emerge chiaramente che questa attività di recupero non è esente da criticità e viene ad essere svolta in un quadro normativo spesso “non chiaro” o addirittura “benevolente”.
    Certo non mancano autorevoli professori e luminari che avvallano questa scelta, e in linea di principio su alcuni rifiuti anche il Comitato non avrebbe niente da dire ma c’è un ma, anzi forse più di uno!

    NULLA SI CREA NULLA SI DISTRUGGE TUTTO SI TRASFORMA PROCESSI PRODUTTIVI (VEDI LA FOTO 2)

    Tra i combustibili possono esserci anche rifiuti.

    Utilizzare rifiuti determina una variazione degli inquinanti tradizionali? La risposta è sì.
    Le stesse linee guida minisiteriali di Gennaio 2004 (BAT per il cemento) evidenziano con una semplice tabella come i cementifici che utilizzano rifiuti debbano controllare nuove sostanze, alcune delle quali,oltre ad essere disperse nell’aria cadendo al suolo entrano nelle catene alimentari. In particolare ci riferimento alle diossine (PCB/PCDD) e metalli
    C’è poi un altro problema: i sistemi di abbattimento normalmente utilizzati e purtroppo ritenuti idonei dalle autorità pubbliche, soprattutto con riferimento al recupero di rifiuti.
    In sostanza anche secondo le linee guida ministeriali sembrerebbe che il clinker sia una spugna assorbi tutto e che gli elettrofiltri, i filtri a manica e le doccie d’acqua siano sufficienti ad abbattere qualsiasi possibile inquinante.
    La nostra esperienza diretta e derivante da rapporti di controllo e analisi dell’ARPAV dimostra l’esatto contrario! Infatti, il semplice utilizzo di rifiuti (ad oggi classificati non pericolosi) comporta variazioni quantiqualitative rilevanti dell’ordine del migliaio di grammi all’ora di differenza.
    Prima di valutare le analisi ARPAV, vale la pena ricordare che i cementifici sono caratterizzati da portate d’aria altissime e quindi il loro impatto dev’essere valutato complessivamente e cioè con specifico riferimento al flusso di massa (che è uguale al prodotto di concentrazione per portata).
    A conferma di ciò, è sufficiente visitare il registro nazionale delle emissioni INES (Inventario Nazionale delle Emissioni e loro Sorgenti), nato nell’ambito della direttiva 96/61/CE, meglio nota come direttiva IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control), per verificare che i cementifici compaiono sempre con inquinanti diversi a seconda dell’utilizzo o meno di rifiuti nel processo produttivo (www.eper.sinanet.apat.it).
    Ancora le linee guida ministeriali evidenziano delle criticità già insite normalmente nella gestione ambientale di un cementificio. Non sono impianti nati e progettati per smaltire/trattare rifiuti.

    Le emissioni in atmosfera (che poi influenzano la qualità dell’aria che respiriamo) sono generalmente autorizzate dalla Provincia secondo il DPR 203/88 e succ. modifiche e integrazioni. Le autorizzazioni della Provincia riportano i livelli massimi accettabili delle sostanze inquinanti emesse dalle singole emissioni espresse come:
    •Concentrazione = massa sostanza / volume effluente (microgrammi /metro cubo)
    •Flusso di massa = massa di sostanza/ unità tempo (grammi/ora)
    EMISSIONI E QUALITA’ DELL’ARIA
    EMISSIONI = inquinamento atmosferico
    QUALITÁ DELL’ARIA (quello che respiriamo)
    Camini, caldaie
    Attività produttive
    Traffico
    NORMATIVA AMBIENTALE
    Valori guida dalla
    Organizzazione
    Mondiale Sanità
    Le unità di misura
    Le unità di misura per gli inquinanti atmosferici
    sono valori “estremamente piccoli”:
    grammo g 1 1 grammo
    milligrammo mg 0,001 1×10-3 grammi
    microgrammo µg 0, 000001 1×10-6 grammi
    nanogrammo ng 0, 000000001 1×10-9 grammi
    picogrammo pg 0, 000000000001 1×10-12 grammi
    Il grosso problema dei cementifici è determinato dalla portata e di conseguenza dal flusso di massa.
    Spieghiamoci meglio!
    L’impatto ambientale deriva dal quantitativo d’inquinanti emessi in un arco temporale, soprattutto se pensiamo a quelli più persistenti.
    Per valutare l’impatto devo moltiplicare la concentrazione degli inquinanti per la portata così avrò il flusso di massa (quanto esce in un’ora, mese o anno d’inquinanti).
    Per rendere ancora più chiaro il concetto pensate che la concentrazione sia quel numero che mi dice quante palline rosse ci sono in una scatola di un metro cubo
    La portata mi dice invece solamente quante scatole escono in un arco temporale (tipico è l’ora)
    I camini delle cementerie di Monselice hanno portate anche di 140 /150.000 metri cubi di aria all’ora.
    Per sapere quanto inquinante esce devono moltiplicare la concentrazione per la portata cioè devo conoscere il flusso di massa.
    = 8 PALLINE
    RICORDATE QUINDI QUESTA SEMPLICE FORMULA
    CONCENTRAZIONE X PORTATA = FLUSSO DI MASSA
    Quindi, in teoria se si decide di avere come valore massimo del flusso di massa 8 palline, con portate maggiori dovrei avere limiti di concentrazioni autorizzati minori. Se gli inceneritori sono impattanti già con i loro flussi di massa, perché i cementifici pur avendo portate superiori a molti inceneritori non hanno limiti di concentrazioni inferiori?
    La variazione anche di pochi milligrammi (palline) nella concentrazione determinano pesanti variazioni nei flussi di massa. Non solo , vanno anche considerate le reali situazioni metereologiche della zona per capire dove vanno a finire questi inquinanti.
    A conferma di ciò, secondo l’Agenzia Ambientale Austriaca, a parità di concentrazione di mercurio nei rifiuti, le emissioni in aria della fornace di un cementificio sono state molto più elevate di quelle di un inceneritore . Ad ulteriore conferma di questo aspetto è possibile verificare come la stessa Italcementi di Rezzato abbia incrementato le emissioni di mercurio nel 2003 a oltre 11 kg emessi contro un valore inferiore ad 1 kg nel 2002 (www.eper.sinanet.apat.it), probabilmente anche variando la concentrazione di poco.
    Claudio Sironi, Consigliere REA Rifiuti Energia Ambiente SpA, società che gestisce il
    termovalorizzatore di Dalmine (BG) afferma che “Il vantaggio di termovalorizzare i rifiuti in impianti specifici piuttosto che in impianti produttivi, quali ad esempio i cementifici o le centrali termoelettriche, è costituito dalla maggiore protezione ambientale garantita dai termovalorizzatori.

    Questi impianti sono concepiti e progettati appositamente per la combustione del rifiuto, ovvero di un combustibile eterogeneo che cambia nel tempo; sono inoltre dotati di un sistema di trattamento dei fumi della combustione molto complesso e articolato sottoposto a monitoraggio costante.
    Al contrario, gli impianti di coincenerimento (cementifici) non sono equipaggiati con analoghi sistemi di abbattimento dei fumi di combustione: la grande quantità d’aria necessaria per bruciare i combustibili fossili agisce diluendo gli inquinanti contenuti nei rifiuti e quindi nelle emissioni al camino.
    Nonostante l’assenza di trattamenti specifici, soprattutto nei confronti di diossine e mercurio, si registrano basse concentrazioni di inquinanti, ma la massa immessa nell’ambiente è enorme poiché le portate volumetriche di fumi che vengono scaricati sono elevate.
    Inoltre, va notato che i limiti fissati per le emissioni di questi impianti sono più alti rispetto a quelli di un termovalorizzatore e che spesso sono ubicati nella periferia cittadina, quindi in zone residenziali”.
    Veniamo ora alla nostra esperienza diretta. Cosa è stato scoperto a Monselice nel 2004/2005 in una cementeria che utilizzava rifiuti non pericolosi solamente come materia prima alternativa?
    Prendiamo i valori riscontrati alla Cementeria di Monselice SpA (detta RADICI) a seguito di
    analisi ARPAV sulle sostanze organiche volatili e più in generale su quelle definite dal DM 12/07/90 (notoriamente inadeguato e datato sia per l’elenco delle sostanze di riferimento che per i valori):
    VALORI IN GRAMMI EMESSI ALL’ORA
    CONFRONTO PER CLASSI CON RIFIUTI SENZA DIFFERENZA
    tab. A1 (+ pericolosa) 1281 274 -1007
    II Tab. D 368 2615 +2247
    II + III tab.D 2396 11993 +9597
    II+III+IV tab.D 2919 12058 +9139
    II+III+IV+V tab.D 3855 12137 +8282
    La classe III della tab.A1 è relativa a sostanze cancerogene e/o teratogene e/o mutagene. Dev’essere ricordato che tra queste non c’è la formaldeide ritenuta cancerogena per cancro rinofaringeo solo nel 2004
    Dev’essere inoltre precisato che gli incrementi delle altre sostanze dipendono principalmente da una ricerca più accurata rispetto alle analisi precedenti utilizzate dall’ARPAV. In realtà, potrebbero essersi ridotte anche queste. La domanda quindi è: perché non sono mai state cercate?
    In conclusione, in una cementeria ritenuta all’avanguardia (e secondo molti tra le più serie!) e in una situazione che la legislazione attuale ritiene la più tranquilla (vale a dire utilizzando rifiuti ritenuti dalla legge non pericolosi come materie prime alternative) si è verificato che:
    -Con la sospensione dell’uso di rifiuti come materia prima le sostanze inquinanti emesse si
    sono ridotte di oltre 1.000 grammi all’ora. Stiamo parlando di sostanze cancerogene e/o
    teratogene e/o mutagene, senza tener presente metalli pesanti, diossine che non sono stati
    cercati (e la formaldeide che è ritenuta cancerogena dal 2004)
    -La ricerca approfondita di inquinanti ha consentito di avere un quadro dell’inquinamento
    atmosferico più preciso rispetto a quanto richiesto dalla inadeguata legislazione vigente
    I numeri parlano da soli. Risulta chiaro come vi siano dei privilegi normativi e burocratici che tendono a favorire eccessivamente gli inceneritori camuffati da cementifici, e perciò da noi denominati CEMENTITORI (cementifici-inceneritori).
    E’ ovvio che i costi di produzione risentano delle prescrizioni normative sui limiti da rispettare e di conseguenza dei sistemi di abbattimento degli inquinanti necessari per rispettare tali limiti.
    Queste aziende oggi utilizzano solo elettrofiltri e filtri a manica. Se si considera ciò che è richiesto, invece, agli inceneritori emerge chiaramente un differenza di trattamento ingiustificabile.
    Non vogliamo entrare troppo su aspetti tecnici e legislativi, ma vogliamo solamente segnalare alcune “assurdità” legislative e scientifiche.
    Sia ben chiaro che in chi vi scrive c’è la consapevolezza della necessità della produzione di cemento (anche se forse in Italia è spesso troppo) e, allo stesso tempo, ci è nota la difficoltà complessiva del tema rifiuti e della loro gestione.

    LO STRAVOLGIMENTO DEL SIGNIFICATO DELLA PAROLA

    BRUCIARE

    A sentire i cementieri l’utilizzo di rifiuti come materia prima non è bruciare mentre usarli come
    combustibili lo è.
    In un primo momento ciò può sembrare sensato, ma ci si deve ricordare di due cose:
    -I rifiuti utilizzati come materia prima entrano in un forno a temperature di centinaia di gradi
    -La normativa europea e italiana non definisce cosa si debba intendere per bruciare, bensì di
    incenerimento e coincenerimento
    Cosa significa “Bruciare”? Pur sapendo di suscitare la permalosità dei cementieri, ci sia consentito sottolineare e confermare che nessuna legge definisce in cosa consista “il bruciare rifiuti” ma l’italiano c’è di aiuto!
    Nel dizionario della lingua italiana Devoto-Oli bruciare ha il seguente significato: “Sottoporre di proposito o lasciare inavvertitamente o eccessivamente esposto qualcosa all’azione del fuoco o di una sorgente di calore”.
    Buttare rifiuti in un forno a più di 800 gradi non è forse sottoporre all’azione del fuoco o di una sorgente di calore?
    Basterebbe fare un sondaggio chiedendo se bruciare sia più vicino al significato di “incenerire” piuttosto che recuperare per capire come il dizionario dei cementieri non sia in linea con la lingua italiana ufficiale.
    La questione terminologica, quindi, appare più un sofismo tecnico e normativo rivolto a non far assoggettare i cementifici alla normativa degli inceneritori.
    I rifiuti vengono utilizzati:
    •Come COMBUSTIBILI ( questo non avviene attualmente a Monselice se si esclude il caso del PET COKE) per definizione devono essere bruciati in quanto combustibili!
    •Come MATERIE PRIME (cioè in aggiunta/sostituzione a calcare ed argilla) per ottenere il clinker => entrano nel forno cioè vengono bruciati!
    •Miscelati al clinker per ottenere il cemento (vengono utilizzate soprattutto le ceneri volanti) => non entrano nel forno cioè non vengono bruciati !
    Generalmente, i cementifici (e i “professori dei cementifici”) asseriscono che la temperatura del forno (1.450°C) termodistrugge qualsiasi diossina.
    Oggi, questo è stato smentito definitivamente dal registro europeo delle diossine che invece suggerisce maggiore prudenza.
    Fattori di emissione di diossine nei cementifici (microgrammi per tonnellata di cemento prodotto)
    Minimo 0,001
    Medio 0,15
    Massimo 5
    con rifiuti industriali usati come combustibili

    NULLA SI CREA, NULLA SI DISTRUGGE, TUTTO SI

    TRASFORMA

    Questo è un principio indiscutibile da cui anche noi siamo partiti e che non smetteremo mai di ricordare. Nel caso della produzione del cemento non ci sembra assolutamente accettabile che tale principio universalmente valido invece non valga, anche se qualcuno non vorrebbe farlo valere.
    Tra gli altri anche il professore di Chimica Generale, Chimica Ambientale e Tossicologia
    dell’Università St. Lawrence (Canton, NY) PAUL CONNETT ha dichiarato che :
    “ . . . utilizzare i forni dei cementifici è ancora più pericoloso che incenerire i rifiuti in inceneritori nati per questo scopo. Le sostanze tossiche non possono che percorrere due strade: o vengono immesse in atmosfera, o vengono inglobate nel cemento”
    La Provincia di Como, 29 settembre 2004
    In sostanza, quello che entra da qualche parte esce: nel caso di un cementificio o viene immesso nell’atmosfera (magari anche unitamente alle polveri) oppure resta nel cemento.
    Soffermiamoci proprio su quest’ultimo aspetto! A seguito di alcuni problemi riscontrati sugli operai che hanno costruito il tunnel della Manica è stato imposta l’analisi del cemento per quanto riguarda la presenza di cromoesavalente.
    Ora: a meno che non sia contaminata l’argilla, il calcare o la marna il cromo esavalente difficilmente dovrebbe esserci! Quindi se si trova non può che derivare da materie prime “alternative “ come i rifiuti!
    A titolo di esempio se si prende il punto 12.16 del DM del 05/02/98, infatti, si vede che:
    Punto DM 12.16

    TIPO FANGHI_ACQUE REFLUE INDUSTRIALI

    Decreto Ministeriale D.M. 05/02/98
    Pericolosità –
    Descrizione fanghi di trattamento acque reflue industriali [CER Eliminato 190804] [050110] [060503] [070112]
    [070212] [070312] [070412] [070512] [070612] [070712] [070112] [070212] [070312] [070412]
    [070512] [070612] [070712] [100121] [190812] [190814].
    Provenienza dei rifiuti Provenienza: industria chimica, automotori, petrolifera, metalmeccanica, metallurgica e siderurgica;
    petrolchimica.
    Caratteristiche Caratteristiche del rifiuto: fanghi di natura prevalentemente inorganica con contenuto in acqua

    a) cementifici [R5];

    b) produzione di manufatti per l’edilizia [R5];

    c) produzione di ghisa e acciaio [R5].

    Materie Prime Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti:

    a) cemento nelle forme usualmente commercializzate;

    b) prodotti per l’edilizia nelle forme usualmente commercializzate.

    c) acciaio e ghisa nelle forme usualmente commercializzate

    Il cromo esavalente è consentito che sia presente anche nell’attività di recupero dei fanghi da industria cartaria (

    “ . . . In particolare, i prodotti, le materie prime e le materie prime secondarie ottenuti dal riciclaggio e dal recupero dei rifiuti individuati dal presente decreto non devono presentare caratteristiche di pericolo superiori a quelle dei prodotti e delle materie prime ottenuti dalla lavorazione di materie prime vergini”.

    Pertanto, i rischi ambientali e sanitari richiedono una rapida ed incisiva modifica della legislazione che tende ad escludere i cementifici (pagati per usare i rifiuti) o ad agevolarli senza motivo.
    Un’ultima riflessione merita la questione odori. Innanzi tutto la qualità dell’aria non è solo odori, ma se ci sono il segnale è preciso e bisogna cercare le sostanze giuste. Non c’è dubbio che la percezione abbia un certo grado di soggettività determinata: dalla sensibilità dell’individuo, dall’assuefazione all’odore oltre alla saturazione olfattiva che determina una perdita di sensibilità. In ogni caso se in un qualsiasi luogo c’è qualcuno che sente un odore acre (sarebbe meglio dire che ancora distingue un odore acre) e c’è qualcun altro che in buona fede non lo sente, il riferimento, il campanello dall’allarme non può che essere chi sente gli odori. Basare il nostro giudizio sulla qualità dell’aria su chi non sente gli odori è un errore gravissimo, perché sarebbe come chiedere ai sordi se hanno sentito lo sparo invece di chiederlo a chi ha un udito ancora funzionante. Ci permettiamo di sottolineare che l’apparato respiratorio insieme alla cute rappresenta l’interfaccia più importante dell’uomo con l’ambiente, quindi è il primo a segnalarci situazione critiche.
    Lo stesso ARPAV nella relazione sul fenomeno odori acri a Monselice non ha riscontrato valori
    rilevanti per il singolo inquinante ma anche chiaramente spiegato che bisogna considerare l’insieme delle sostanze inquinanti. L’ARPAV dice testualmente” E’ tuttavia opportuno ribadire che tali valori soglia si riferiscono al singolo componente chimico, con nessun altro componente presente nell’aria.
    Nella realtà può verificarsi che in miscele di più componenti vi sia addizione della sensazione olfattiva o che i composti siano totalmente indipendenti o che vi sia azione sinergica (composti miscelati a concentrazioni inferiori alla soglia olfattiva producono odore percettibile) o che vi sia una cancellazione dell’odore”.
    Insomma l’odore può essere solamente la punta dell’iceberg, anche perché ci sono sostanze
    cancerogene che non fanno odore.

    CONCLUSIONI

    Il Comitato Lasciateci Respirare non rappresenta e non è sostenuto da partiti o lobbie. Queste sono riflessioni di cittadini onesti, attenti alla salute della popolazione residente nell’area di Monselice ed Este (e non solo). Ci sembra chiaro ed evidente che fino ad oggi i cementifici abbiano vissuto di privilegi legislativi e autorizzativi inaccettabili.
    E’ urgente un intervento del legislatore per portare questi stabilimenti in una situazione di competitività reale, socialmente e ambientalmente sostenibile. E’ urgente che in un’area come quella di Monselice i limiti siano più restrittivi vista la presenza di 4 forni.
    Ecco i privilegi da eliminare:
    -Pur bruciando rifiuti in un forno non sono inseriti nell’albo dei gestori di rifiuti (chi invece
    trasporta e raccoglie invece sì? Perché?)
    -Non risultano assoggettati ai limiti per le emissioni in atmosfera dell’incenerimento o
    coincenerimento né sono assoggettati alle stesse procedure autorizzative degli inceneritori. Dai dati dell’ARPAV emerge chiaramente che anche il semplice recupero di materia (utilizzo di rifiuti come materia prima) porta a variazioni quanti-qualitative rilevanti. L’impatto di un cementificio è ampliato dalle portate altissime, quindi i limiti di concentrazione devono essere più restrittivi per contenere i flussi di massa.
    ?? Nel decreto Ronchi si uniscono i termini riciclo e recupero e ciò determina che l’utilizzo di alcuni
    rifiuti come materia prima avvenga con procedura semplificata ai sensi degli artt. 31 e 33 del
    decreto Ronchi, quindi senza autorizzazione specifica. L’autorizzazione al recupero in procedura semplificata è sostitutivo di quanto previsto dall’art. 15 in materia di emissioni in atmosfera (vedasi art. 33 comma 7 del Decreto Rochi).

    In sostanza si dice tra le righe che l’utilizzo di rifiuti come materia prima comporta logicamente una variazione quanti-qualitativa delle emissioni.
    Perché non è necessario avviare un nuovo iter autorizzativo per le emissioni in atmosfera solo
    perché si recuperano rifiuti?
    -Tipologie e frequenze di monitoraggio risultano inadeguate rispetto a quanto prescritto per gli inceneritori (A tal proposito riteniamo opportuno ricordare che i cementifici sono “industri
    insalubri” di prima classe ai sensi dell’art.216 del testo unico delle leggi sanitarie).
    -Anche se i cementifici hanno ridotto generalmente le quantità di polveri, queste rischiano di
    arricchirsi di sostanze notoriamente nocive per la salute di chi respira (vedasi IPA, nickel, vanadio ecc).

    In realtà, pur avendole ridotte, alcuni impianti obsoleti come quello dell’Italcementi di
    Monselice dichiarano di aver emesso nel 2003 ben 68 tonnellate di PM10 (circa la stessa quantità che riscontrata in una città tra le più inquinate d’Italia come Padova).
    Inoltre, ricordiamo che anche grazie alle foto satellitari, è confermato che la Pianura Padana è tra le zone più inquinate del mondo, e sicuramente anche all’interno della Pianura Padana ci sono situazioni più o meno gravi a seconda della capacità naturale disperdere gli inquinanti.
    Dovrebbe dunque essere un principio di basilare precauzione obbligare Comuni, Province e Regioni a tener maggiormente presente questa condizione critica al fine di risanare l’aria che respiriamo.
    Ciò risponde oltre ad un principio etico ad una precisa convenienza economica di tutti :questa situazione avvantaggia invece solo pochissimi a danno di moltissimi altri.
    La prevenzione costa meno della cura che alla fine lo Stato, cioè tutti noi, dovremo pagare.
    Certo la questione è anche nazionale ma bisogna pensare globale e agire rapidamente dove le situazioni sono più gravi come a Monselice.

    LE AREE PIU’ INQUINATE DELLA TERRA VISTE DAL

    SATELLITE EUROPA

    La fotografia raccolta dal satellite Envisat dell’agenzia spaziale europea ci mostra la distribuzione e la concentrazione del biossido di azoto (uno solo degli inquinanti presenti!) secondo un valore medio uscito dalla continua osservazione condotta nelle ultime due stagioni invernali e durante l’estate. L’intensità maggiore sulla Val Padana deriva da una situazione ambientale caratteristica: qui la condizione climatica è più stagnante a causa dell’orografia rispetto ad altre regioni europee e ciò causa un aggravamento dei valori inquinanti perché persistono più a lungo. Le medie elaborate riguardano gli ultimi due inverni e l’estate. Pianura PADANA .

    a cura del Comitato “Lasciateci Respirare” di Monselice (PD) Maggio 2005

  6. venerdì, dicembre 22, 2006

    Isola Pulita REGALI DI NATALE

    Siamo a Dicembre è il mese con cui termina l’anno, è il mese del Natale, dello shopping dei regali, è il mese dell’incontro e dello stare insieme.

    E’ il mese in cui ci scambiamo gli Auguri.

    Per stare alla nostra realtà di Isola delle Femmine ci sono Tanti nostri Concittadini, malati o famigliari di persone morte, a causa di malattie causate da inquinamento di sostanze pericolose d’ogni genere.

    PERSONE che attendono gli siano fatti: gli auguri, un atto solidarietà ed un impegno preciso e concreto.

    LE PERSONE, I CITTADINI! Da parte di chi si aspettano questi gesti?

    Da parte di chiunque si è reso responsabile direttamente o indirettamente di questa sorta di “DISASTRO AMBIENTALE“, che inquina la nostra aria, il nostro suolo e la nostra acqua, che tanto danno sta arrecando alla salute umana (Signori! Attenzione le statistiche indicano la tendenza verso l’alto).

    “DISASTRO AMBIENTALE” che ha deturpato le bellezze naturali e paesaggistiche di Isola delle Femmine, peraltro sede d’importanti siti di TUTELA AMBIENTALE SIC.( tra cui la riserva di Capo Gallo o i Fondali marini di Isola delle Femmine…..)

    I concittadini di Isola delle Femmine, sono ben coscienti del fatto che vi è una responsabilità diretta di chi ha causato questo “DISASTRO”.

    Vi sono anche dei RESPONSABILI che istituzionalmente deputati alla tutela della salute dell’ambiente del territorio nulla hanno fatto, nessun atto hanno prodotto, nessun’iniziativa hanno intrapreso.

    Ancora più grave è il NON AVER INFORMATO LA CITTADINANZA e quando non sono riusciti a nascondere la notizia, hanno tentato in ogni modo di celare la verità.

    Hanno mentito sapendo di mentire.

    SIGNORI responsabili, fate un gesto e nel venirci ad augurare Buone Feste portateci la notizia delle Vostre decisioni:

    -indagine conoscitiva di tutte le fonti d’inquinamento;

    -indagine conoscitiva delle conseguenze d’inquinamento, sulla salute umana, sull’ambiente e sul territorio;

    -indagine conoscitiva sulle patologie più frequenti conseguenza d’ogni genere d’inquinamento;

    -indagine conoscitiva sulle aree colpite dall’inquinamento;

    -opera di bonifica di tutte le aree inquinate, abbandonate e degradate del nostro territorio;

    -programma di prevenzione e di tutela del patrimonio naturale di Isola delle Femmine.

    Come Cittadini saremmo ben felici di offrire il nostro apporto e la nostra attiva e fattiva collaborazione.

    Il Comitato Cittadino Isola Pulita

    http://www.isolapulita.it/

  7. Denuncia al Ministero della Salute e alla Procura della Repubblica

    Denuncia al Ministero della Salute e alla Procura della Repubblica
    Denuncia al Ministero della Salute e alla Procura della Repubblica
    Denuncia al Ministero della Salute e alla Procura della Repubblica
    Denuncia al Ministero della Salute e alla Procura della Repubblica

    Dal Coordinamento Regionale dei Comitati Cittadini Siciliani parte una denuncia al ministero della salute e alla procura della repubblica a difesa della salute dei cittadini e contro le manovre che vogliono favorire le autorizzazzioni in modo non trasparente

    Al Ministero della Sanità
    Alla Procura della Repubblica di Siracusa
    Agli Organi di Stampa
    Ai Comitati Cittadini Siciliani

    Come tutti i Comitati Cittadini Siciliani avevano ampiamente previsto, avvicinandosi la scadenza della “moratoria” (in effetti mai iniziata) sui lavori degli inceneritori, per cui si sarebbe dovuto procedere a Palermo o Roma con l’AIA, il Governatore Totò Cuffaro ha presentato il conto.

    Apprendiamo da fonte certa che il Direttore del Dipartimento Territorio e Ambiente ha comunicato al Dott. Gioacchino Genchi, responsabile del Servizio 3 Tutela dall’Inquinamento Atmosferico delle Emissioni, che dovrà a breve spostarsi ad altro incarico solo per alcuni mesi, spostamento peraltro non giustificato da alcuna motivazione.

    Questo conferma che lo scopo è quello di avere campo libero per il tempo necessario a fare ogni tipo di operazione, alias autorizzazione.

    Questo scaturisce dalle altissime pressioni determinate dal fatto che i funzionari di detto Ufficio, ligi alle normative oltre che al buon senso, hanno toccato degli evidenti interessi che vanno a intaccare alcuni “santuari” finora inviolati e pertanto il Governatore Cuffaro & C. hanno ritenuto necessario disarticolare la struttura eliminandone temporaneamente il responsabile.

    Basta pensare che oltre ai 4 inceneritori, che già sarebbero stati motivi più che sufficienti, l’Ufficio era intervenuto sulla Italcementi, cementificio di Isola delle Femmine (divieto d’uso del pet-coke ricchissimo di metalli pesanti e di IPA emessi come pericolosissimo nanoparticolato, responsabile in specie di tumori all’apparato respiratorio), sulle Autorità portuali (necessità delle autorizzazioni, mai previste prima, per la movimentazione nei porti del materiale polverulento, tipo pet-coke, cemento, ecc.), sulla piattaforma polifunzionale Oikothen di Augusta destinata a bruciare rifiuti industriali (divieto temporaneo dell’inceneritore e concessione solo di trattamenti meccanico-biologici), sulla DB Group di Adrano (divieto di smaltimento mascherato di rifiuti, ossia incenerendoli dopo averli impastati con argilla per farne mattoni e tegole), Bonifica S.p.A. con sede a Palermo e stabilimento nel porticciolo dell’Acqua Santa di Palermo, in atto sotto sequestro per violazione dell’autorizzazione al trattamento di rifiuti industriali e morchie di petroliere, e poi ancora le Distillerie Bertolino e Trapas, ecc.Nell’immediato l’Ufficio si accingeva ad intervenire sui petrolchimici (la truffa legalizzata della bolla di emissioni atmosferiche di raffineria, lo smaltimento mascherato di rifiuti tramite le torce, la mancanza di sistemi di recupero vapori nelle operazioni di carico e scarico delle navi), sulle centrali termoelettriche (riduzione dei limiti delle concentrazioni emissive) e sulla miriade di mini inceneritori che si vorrebbero costruire riconvertendo gli impianti di compostaggio in impianti di combustione di “biomasse” per sfruttare i vantaggi economici dei Cip6 (certificati verdi).
    Al Coordinamento Regionale dei Comitati Cittadini sembra necessario, a questo punto, attivare ogni tipo di sbarramento contro questa pericolosa manovra, cominciando a darne la più ampia divulgazione. Pertanto questo Coordinamento comunica sin d’ora che, considerato che questa operazione di smantellamento dell’Ufficio equivarrà a consentire la realizzazione di impianti sicuramente nocivi e dannosi per la Salute dei Siciliani e dell’Ambiente, presenterà un esposto per danno temuto presso le varie Procure della Repubblica competenti ed uno alla Corte dei Conti per le erogazioni indiscriminate dei Cip6 impropriamente destinati ad impianti nocivi piuttosto che alla produzione di energie alternative pulite.

    Con la presente il Coordinamento sollecita ulteriormente il Ministero della Sanità, nella persona del Ministro Livia Turco e nella persona del Dott. Donato Greco a voler prendere in seria considerazione la tematica relativa ai danni procurati dalle emissioni dei nano-inquinanti da parte delle suddette industrie, danni ormai scientificamente confermati dalla letteratura internazionale che purtroppo ancora oggi il Ministero si ostina a disconoscere.

    Dobbiamo forse aspettare i 25 anni che furono necessari a che fosse riconosciuto il danno da amiantooppure vogliamo intervenire subito? E’ solo con la prevenzione che si diminuiscono i costi sanitari!

    Dal Coordinamento Regionale dei Comitati Cittadini Siciliani,
    il Presidente Luigi Solarino ed il Consigliere Giacinto Franco.

    http://www.isolapossibile.it/article.php3?id_article=1437

    Comitato Cittadino Isola Pulita di Isola delle Femmine PA

    Labels: AMBIENTE SALUTE E ISTITUZIONI

    http://www.isolapulita.it

  8. GIORNO 18 GENNAIO CONSIGLIO COMUNALE ITALCEMENTI
    Il Comitato Cittadino Isola Pulita esprime la propria solidarietà al dr. Genchi Gioacchino, dirigente del servizio Tutela dall’inquinamento atmosferico delle emissioni, che è stato destinato “IMPROVVISAMENTE” ad altro incarico.
    Il dr. Genchi già in passato è stato fatto oggetto di siffatti provvedimenti. La ragione è forse da ricercare nella professionalità e senso di responsabilità che ha sempre contraddistinto il Dirigente nella richiesta dell’applicazione delle regole e del rispetto delle leggi.
    In particolare i Cittadini di Isola riconoscono l’operato del dr. Genchi nella vicenda legata all’uso della sostanza tossica Pet-coke da parte della Italcementi.

    La solidarietà nei confronti del dr. Genchi i cittadini di Isola delle Femmine la esprimono contrastando lo sciagurato progetto che la Italcementi intende perseguire nel nostro paese volto a realizzare il nuovo progetto della costruzione di una nuova torre alta circa 100 metri.

    Già in passato il Comitato Cittadino Isola Pulita aveva fatto presente che prima di parlare di nuovi progetti, intendiamo: indagare, sapere, conoscere capire i danni ambientali che la Italcementi nell’esercizio della sua attività produttiva può aver arrecato al territorio alle acque e alle persone di Isola.

    Quindi ancora una volta Il Comitato Cittadino Isola Pulita propone l’istituzione di una tavolo di concertazione aperto alle Organizzazioni Sindacali, ambientaliste, alle maestranze della Italcementi, A.S.I. Sindaci dell’Unione dei Comuni, Italcementi con il compito di discutere confrontarsi e avanzare proposte sulle tematiche del lavoro, della salute dell’ambiente e del futuro turistico di Isola delle Femmine.

    Inoltre il Comitato Cittadino Isola Pulita rilancia la proposta di istituire una commissione medica con il compito di monitorare e verificare le eventuali connessioni tra ciò che hanno evidenziato i rapporti ARPA e le patologie più diffuse sul territorio con particolare riferimento a quelle neoplastiche e tiroidee nel territorio di Isola delle Femmine.

    Invitiamo i componenti TUTTI del Consiglio Comunale che il giorno 18 gennaio terrà la sua seduta proprio sul tema della proposta Italcementi, ad assumersi la RESPONSABILITA’ dando UNA RISPOSTA che salvaguardi i cittadini di Isola in tema di salute e che non spenga le ormai sopite speranze di un futuro economico, Turistico e sociale dei Cittadini di Isola delle Femmine.
    IL CONSIGLIO COMUNALE SAPPIA VALUTARE CHE L’ATTUALE POSIZIONE FISICA DELLA ITALCEMENTI POSIZIONATA DIRETTAMENTE NEL CENTRO ABITATO DEL PAESE, FORSE VA RIVISTO A SALVAGUARDIA DELLA SICUREZZA DEI CITTADINI.
    DELOCALIZZARE TUTTI I SITI INDUSTRIALI E ARTIGIANALI SITUATI NELLE ZONE ABITATE E CHE A CAUSA DELLA LORO ATTIVITA’ LAVORATIVA ARRECANO DANNO ALL’AMBIENTE E ALLA SALUTE UMANA (art.216 testo unico delle leggi sanitarie e allegato D.M. 5 settembre 1994 di cui all’art. 216)
    Comitato Cittadino Isola Pulita
    del Coordinamento Comitati Cittadini Regione Sicilia
    http://www.isolapulita.it
    Labels: AMBIENTE ITALCEMENTI ISTITUZIONI

  9. Associazione Medici per l’Ambiente
    ISDE Italia

    Risoluzione ISDE Italia sull’incenerimento dei rifiuti

    http://www.isde.it/risoluzione_isde_rifiuti.htm

    Associazione Medici per l’Ambiente

    ISDE Italia (www.isde.it)

    affiliato a International Society of Doctors for the Environment

    INCENERIMENTO DEI RIFIUTI

    L’Associazione dei Medici Per l’Ambiente (ISDE Italia) è fortemente preoccupata in merito all’ incremento dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani (RSU) tramite incenerimento, che si sta proponendo nel nostro paese, sia con la costruzione di nuovi impianti, sia con l’ ampliamento di quelli esistenti.

    Lo smaltimento dei rifiuti esige, innanzi tutto, una seria politica delle “R” come

    Razionalizzazione,

    Riduzione della produzione,

    Raccolta differenziata,

    Riciclaggio,

    Riuso,

    Riparazione,

    Recupero.

    Solo dopo aver attuato tutti i punti precedenti, si potrà eventualmente valutare correttamente la migliore tecnica impiantistica per lo smaltimento della frazione residua scelta tra i sistemi che garantiscono meglio salute umana ed ambiente (pensare al trattamento con recupero energetico dell’’esigua frazione residua). Solo con questa politica, oltre a ridurre i costi economici, si possono ottenere impatti ambientali e sanitari inferiori a quelli prodotti dagli inceneritori e dalle discariche.

    L’ incenerimento degli RSU è, fra tutte le tecnologie, la meno rispettosa dell’ ambiente e della salute. E’ inevitabile la produzione di ceneri (che rappresentano circa 1/3 in peso dei rifiuti in ingresso e devono essere smaltite in discariche speciali) e l’immissione sistematica e continua nell’atmosfera per ogni inceneritore (di milioni di metri cubi al giorno) di fumi inquinanti contenenti polveri grossolane (PM10) e fini (PM2.5 , ovvero con diametri inferiori a 2.5 micron) costituite da nanoparticelle di sostanze chimiche (metalli pesanti, idrocarburi policiclici, policlorobifenili, benzene, diossine e furani, ecc.) estremamente pericolose, perché persistenti ed accumulabili negli organismi viventi.
    Senza contare del contributo all’effetto serra.

    La combustione trasforma infatti anche i rifiuti relativamente innocui quali imballaggi e scarti di cibo in composti tossici e pericolosi sotto forma di emissioni gassose, polveri fini, ceneri volatili e ceneri residue che richiedono costosi sistemi per la neutralizzazione e lo stoccaggio.

    Per noi, Medici per l’Ambiente, è prioritario pensare agli effetti sugli esseri umani più fragili, perché già malati, o più suscettibili come bambini, donne in gravidanza, anziani. Il rischio non è solo riferibile ad una maggiore incidenza di tumori (già segnalata), ma anche ad altre problematiche quali: incremento dei ricoveri e della mortalità per cause respiratorie e cardiocircolatorie, alterazioni endocrine, immunitarie e neurologiche.
    Si ribadisce che in problematiche così importanti e complesse devono sempre essere privilegiate le scelte che si ispirano al principio di “precauzione”, alla tutela e salvaguardia dell’ambiente, consci che la nostra salute e quella delle future generazioni è ad esso indissolubilmente legata (come le drammatiche esperienze su amianto, benzene, piombo e polveri fini dovrebbero averci insegnato).

    L’Associazione Medici per l’Ambiente chiede che:
    Venga istituita immediatamente una moratoria sui progetti di termodistruzione (o termovalorizzazione) in corso;
    Venga incentivata economicamente la politica delle “R”;
    A cura delle Autorità competenti, vi sia una efficiente ed efficace azione di verifica e controllo, in continuo, dei possibili inquinanti (al camino, aria, terra e falde acquifere) per gli impianti già in funzione e che questi controlli siano simultaneamente affiancate da rigorosi monitoraggi sanitari delle popolazioni già potenzialmente esposte;
    Siano istituzionalizzati i Garanti delle popolazioni che dovranno conoscere in tempo reale i risultati delle campagne ambientali, sanitarie e l’andamento delle misurazioni di tutte le possibili emissioni causate dal sistema di smaltimento operante, al fine di proporre tempestive soluzioni.

    TUTTI GLI ESSERI UMANI SONO RESPONSABILI DELL’
    AMBIENTE, I MEDICI LO SONO DUE VOLTE!

    Membri del Gruppo di lavoro ISDE Italia sui rifiuti
    Balestreri Federico (Cremona); Bragheri Romano (Pavia); Cristofolini Antonio (Trento); Diaferia Giorgio (Torino); Fabbri Fabrizio (Roma); Galli Simone (Firenze); Garetti Gianluca (Firenze); Gennaro Valerio (Genova); Gentilini Patrizia (Forlì); Guerra Manrico (Parma ); Laghi Ferdinando (Cosenza); Mocci Mauro (Civitavecchia); Rivezzi Gaetano (Caserta); Romizi Roberto (Arezzo); Tomatis Lorenzo (Trieste)

    DANNI ALLA SALUTE

    Le sostanze tossiche emesse da un inceneritore determinano:

    · aumento del 31,4% del sarcoma dei tessuti molli nel raggio di 2 Km dall’inceneritore (studio Comba Istituto Nazionale della Salute, Italia).
    · aumento del 37% del cancro al fegato e fino al 5% del cancro al colonretto nel raggio di oltre 1Km dall’inceneritore (studio Elliot P.

    London School of Higiene and Tropical Medicine , 2000 U.K ).
    · aumento del doppio del cancro infantile nel raggio di 5Km (studio Knox Int.Epidemeology, 2000, U.K).
    · Il cancro alla mammella aumenta nelle donne che vivono in prossimità dell’inceneritore (Saintot, Eur J Cancer Prev 2004).
    · Esiste inoltre una relazione diretta tra le emissioni dell’inceneritore e la comparsa di mutazioni e malformazioni (studio Ferriera e al. ,Università di Saò Paolo, 2000).
    · “Gli inceneritori di immondizia sono i maggiori responsabili dell’emissione di diossina” (O.M.S. Giugno 1999).
    · Lo IARC, agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, ha riconosciuto la diossina 2,3,7,8 TCDD come una sostanza cancerogena per l’uomo. Le altre diossine inducono effetti diversi sull’uomo a seconda del livello di
    concentrazione e dell’esposizione a breve o a lungo termine a cui è sottoposto l’organismo.
    · Biomarcatori di una esposizione tossica – tioeteri– sono stati trovati elevati nelle urine di bambini residenti vicino inceneritori di recente costruzione; Ardevol et al. (1999).
    · I livelli di diossine nel sangue sono aumentati del 10-25% nei primi due anni di attività di un nuovo inceneritore; Gonzalez et al. (2000).
    · I livelli ematici di PCB nei bambini residenti vicino un impianto tedesco per rifiuti pericolosi sono stati trovati elevati; Holdke et al. (1998).
    · Il livello di mercurio nei capelli di abitanti vicino ad inceneritori è aumentato del 44-56% in dieci anni; Kurttio et al. (1998).
    · Elevati livelli ematici di diossine sono stati trovati in communità vicino ad impianti in tre studi, rispetto a cinque studi condotti; Miyata (1998);
    Deml et al. (1996); Van den Hazel and Frankort (1996); Startin et al. (1994).
    · Il CNIID, Centro nazionale indipendente di informazione sui rifiuti, rivela l’esistenza di uno studio epidemiologico ufficiale che dimostra come gli inceneritori di rifiuti urbani provochino la nascita di bambini malformati.

    Gli autori dello studio, “Risques de malformations congénitales autour des incinérateurs d’ordures ménagères, Inserm, Institut européen des génomutations, Afssaps,” realizzato nella regione Rhone Alpes (che ha come centri principali Lione, Nimes e Montepellier) e non ancora
    pubblicato, concludono che “globalmente rischi significativi per le popolazioni sono osservati per due tipi di malformazioni:
    le anomalie cromosomiche e le altre malformazioni maggiori”.
    Inoltre essi hanno constatato “un rischio significativo per le fessure orali, le displasie renali, i megacolon e le anomalie urinarie”. Nel periodo considerato dallo studio gli inceneritori hanno quindi provocato la nascita di un gran numero di bambini malformati.
    Questa una sintesi dei risultati dello studio rispetto alle malformazioni rilevate nei bambini della regione Rhone Alpe:
    – anomalie cromosomiche + 20% rispetto alla media nazionale
    – malformazioni della bocca + 29%
    – malformazione dell’intestino + 44%
    – malformazioni dei reni + 51%
    Parigi, 21 gennaio 2003

    GLI INCENERITORI PROVOCANO LA NASCITA DI BAMBINI MALFORMATI
    http://www.inceneritori.org/malform.htm
    Parigi, 21 gennaio 2003:
    il CNIID, Centro nazionale indipendente di informazione sui rifiuti, rivela l’esistenza di uno studio epidemiologico ufficiale che dimostra come gli inceneritori di rifiuti urbani provochino la nascita di bambini malformati.
    Gli autori dello studio, “Risques de malformations congénitales autour des incinérateurs d’ordures ménagères, Inserm, Institut européen des génomutations, Afssaps,” realizzato nella regione Rhone Alpes (che ha come centri perincipali Lione, Nimes e Montepellier) e non ancora pubblicato, concludono che “globalmente rischi significativi per le popolazioni sono osservati per due tipi di malformazioni: leanomalie cromosomiche e le altre malformazioni maggiori”. Inoltre essi hanno constatato “un rischio significativo per le fessure orali, le displasie renali, i megacolon e le anomalie urinarie”. Nel periodo considerato dallo studio gli inceneritori hanno quindi provocato la nascita di un gran numero di bambini malformati.
    Questa una sintesi dei risultati dello studio rispetto alle malformazioni rilevate nei bambini della regione Rhone Alpe:
    – anomalie cromosomiche + 20% rispetto alla media nazionale
    – malformazioni della bocca + 29%
    – malformazione dell’intestino + 44%
    – malformazioni dei reni + 51%
    Secondo il direttore del CNIID gli inceneritori saranno “l’amianto del XXI secolo” anche perchè lo studio conferma altre prove scientifiche che hanno posto sotto accusa gli inceneritori di rifiuti come quelle riportate dall'”American Journal of Epidemiology” del 26 giugno 2000 sull’aumento dei tumori rilevati nei tre cantoni di Doubs, vicini all’inceneritore di Besancon (Franca Contea, regione ai confini con la Svizzera).
    Tratto da un comunicato stampa del CNIID, 21-23 gennaio 2003
    Labels: COMITATI CITTADINI SICILIANI PER LA PREVENZIONE E LA SALUTE

  10. LO SCEMPIO DELL’ABUSIVISMO

    ISOLA DELLE FEMMINE PULITA NELLA LEGALITA’

    ISOLA DELLE FEMMINE PULITA NELLA LEGALITA’

    DEMOLIRE E CONFISCARE LA LEGGE C’E’

    Spronare gli amministratori a rimboccarsi le maniche, agire da buoni padri di famiglia e rammentare il programma elettorale, senza piangersi addosso, per le manovre che il governo e la regione mette in atto per ridurre sempre più le uscite e diminuendo nel contempo i trasferimenti.

    Vogliamo parlare dell’abuso edilizio cronico, elevato a sistema?

    Quante costruzioni illecite sono state registrate e che dimostrano l’inerzia dell’amministrazione ingenerando così un legittimo affidamento sulla liceità dell’operato di cittadini disonesti.

    La legge sui suoli stabilisce che, per ottenere il diritto di edificare, modificare, demolire un immobile, il cittadino ha l’obbligo di chiedere all’au-torità comunale la licenza edilizia, versare un contributo per le spese di urbanizzazione e una quota calcolata sui costi di costruzione dell’opera. Senza la licenza edilizia, il Sindaco, con ordinanza, ingiunge la demolizione della co-struzione, confisca l’area occupata e la acquisisce al patrimonio del Comune.

    Considerato che la legge c’è, attribuisce ai Comuni le competenze nel campo dell’edilizia e offre gli strumenti atti a reprimere gli abusi, non si direbbe che nei comportamenti omissivi degli am-ministratori sia configurabile il reato di omissione di atti d’ufficio, che consiste nella violazione dell’obbligo giuridico di compiere un certo atto imposto dalla legge?

    Sulla casa gravano tante imposte inoltre la pressione fiscale è enormemente aumentata negli ultimi anni.

    Perché dunque il cittadino onesto deve assistere e tollerare il fenomeno generalizzato dell’abuso edilizio causato da inerti e colpevoli pubbliche istituzioni?

    Pino Ciampolillo

    Comitato Cittadino Isola Pulita

    http://www.isolapulita.it

  11. LA MAGISTRATURA DEL LAVORO APRE UN FASCICOLO A CARICO DELLA ITALCEMENTI DI MONSELICE PER MORTI SOSPETTE

    DOPO ANNI DI IMPEGNO DI INFORMAZIONE ATTIVITA’ E DI INDAGINE IL COMITATO CITTADINO LASCIATECI RESPIRARE OTTIENE UN PRIMO SIGNIFICATIVO SUCCESSO FACENDO APRIRE UN’INCHIESTA DA PARTE DELLA MAGISTRATURA DEL LAVORO PER UNA LUNGA SERIE DI MORTI SOSPETTE DI EX DIPENDENTI DELLA ITALCEMENTI.

    DALLE CONTINUE RILEVAZIONI EFFETTUATE DALL’ARPA SI E’ ACCERTATO CHE LE CONTINUE EMISSIONI DI FUMI NOCIVI E LA PRODUZIONE DI ELEVATI LIVELLI DI INQUINAMENTO ACUSTICO ED AMBIENTALE HANNO ARRECATO GRAVI DANNI AI CITTADINI.

    NELL’AREA SI SONO RISCONTRATI FENOMENI DI INQUINAMENTO COSI’ GRAVI DA CAUSARE INGENTI DANNI ALLA SALUTE DEI CITTADINI, TANT’E’ CHE I TASSI DI INCIDENZA DI TUMORI POLMONARI, TIROIDITE, FORME ASMATICHE E DI ALTRE MALATTIE RESPIRATORIE, ANCHE MORTALI, HANNO RAGGIUNTO LIVELLI ANOMALI E PREOCCUPANTI.

    IL RISCHIO AMBIENTALE DOVUTO ALL’INQUINAMENTO DEL SUOLO, DELL’ACQUA, DELL’ARIA E
    LE RICADUTE CONNESSE ALLE EMISSIONI PROVENIENTI DAL CEMENTIFICIO INTERESSANO NUMEROSE COMUNITÀ NEL RAGGIO DI ALCUNI CHILOMETRI.

    LA MANCANZA DI INDAGINI EPIDEMIOLOGICHE SULLA POPOLAZIONE ESPOSTA ALLE RICADUTE PROVENIENTI DALLE EMISSIONI DEL COMPLESSO INDUSTRIALE, SONO FONTE DI PREOCCUPAZIONE.

    “….. mio padre è morto con un tumore al cervello…” dichiara il figlio di Paolo Rando ex dipendente Italcementi

    “>http://www.raiclicktv.it/raiclickpc/secure/stream.srv?id=12243&idCnt=46935&path=RaiClickWeb^Home^Notizie^Telegiornali^TG3″>

    MA IL PROBLEMA È SEMPRE QUELLO: COME DIMOSTRARE SCIENTIFICAMENTE CHE A SCATENARE IL SUO TUMORE SONO STATE LE POLVERI CHE LUI AVEVA INALATO E CHE PROVENIVANO DAL SACCHETTIFICIO DOVE LUI LAVORAVA, E CHE SI SAREBBERO DIMOSTRATE ESSERE FATALI PER LUI ?

    A DIMOSTRARE LA RELAZIONE DI CAUSALITÀ DOVREBBE ESSERE L’ANALISI EPIDEMIOLOGICA.

    Per questo il Comitato Cittadino Lasciateci Respirare ha chiesto l’istituzione di : una commisione di indagine epidemiologica estesa a tutto il territorio.

    Il Comitato Cittadino Isola Pulita nell’esprimere piena solidarietà al Comitato Lasciateci Respirare, ai dipendenti della Italcementi e relative famiglie e all’intera cittadinanza di Monselice, si sta attivando in tutte le sedi di competenza affinché l’indagine della Magistratura del Lavoro SIA ESTESA A TUTTI gli stabilimenti del Gruppo Italcementi a livello nazionale in quanto dai dati a nostra disposizione risulta essere altrettanto grave la situazione sanitaria a Isola delle Femmine.

    La discesa in campo dei medici per l’ambiente che hanno dichiarato la loro disponibilità ad essere di supporto tecnico scientifico e di analisi sul territorio delle problematiche sanitarie legate all’ambiente, ci darà l’opportunità di mettere a punto una proposta per l’istituzione di una commissione di indagine epidemiologica sul nostro territorio.

    Comitato Cittadino Isola Pulita

    http://isolapulita.splinder.com/
    Labels: LA MAGISTRATURA DEL LAVORO ALLA ITALCEMENTI

  12. isola delle femmine in tv

    31 Marzo 2007

    LA TV CON LA VITA IN DIRETTA DA ISOLA DELLE FEMMINE

    LA TV CON LA VITA IN DIRETTA DA ISOLA DELLE FEMMINE

    DA ISOLA DELLE FEMMINE LA VITA IN DIRETTA

    IL GIORNO 4 DI APRILE ALLE ORE 18

    A ISOLA DELLE FEMMINE IN PIAZZA PITTSBURG

    Troviamoci per parlare di Legalità;

    Troviamoci per parlare delle Aziende Insalubri;

    Troviamoci per parlare di Lavoro;

    Troviamoci per parlare della Nostra Salute;

    Troviamoci per parlare delle Nostre Bellezze Naturali: ITA020005 Isola delle Femmine ITA020006 Capo Gallo ITA020023 Raffo Rosso, Monte Cuccio e Vallone Sagana ITA020047 Fondali di Isola delle Femmine – Capo Gallo (Siti S.I.C.);

    Troviamoci per parlare del Nostro Paesaggio;

    Troviamoci per parlare dei Nostri Diritti;

    Troviamoci per parlare di Ambiente;

    Troviamoci per parlare del Nostro Paese;

    Troviamoci per parlare della Italcementi;

    Troviamoci per parlare del Nostro Territorio;

    Troviamoci per parlare del Nostro Mare;

    Troviamoci per rivendicare il Nostro Diritto alla Partecipazione e al Controllo;

    Troviamoci per parlare della Nostra Economia;

    Il Comitato Cittadino Isola Pulita

    http://isolapulita.splinder.com/

    LA DIRETTA IN TV DEL PROGRAMMA “LA VITA IN DIRETTA” RAI UNO

  13. IL T.A.R. SICILIA RESPINGE IL RICORSO PRESENTATO DALLA ITALCEMENTI DI ISOLA DELLE FEMMINE NO PET-COKE

    RICEVIAMO NOTIZIA DELLA SENTENZA T.A.R. SICILIA: T.A.R. SICILIA RESPINGE RICORSO PRESENTATO DALLA ITALCEMENTI DI ISOLA DELLE FEMMINE PER L’UTILIZZO DEL PET-COKE. IL T.A.R. SICILIA DICE “NO AL PET-COKE”

    Il 25 luglio 2006 l’Assessorato Territorio ed Ambiente della Regione Sicilia diffidava la Italcementi di Isola delle Femmine “… dal continuare ad apportare modifiche all’impianto del ciclo produttivo in assenza delle previste autorizzazioni da parte delle Autorità preposte…” inoltre nella diffida si intimava alla “…..Italcementi il divieto ad usare il pet-coke come combustibile ed evitare tutte le attività di emissioni contenenti il pet-coke….”.

    Avverso a tale diffida la Società interessata presentava ricorso al T.A.R. Sicilia chiedendo la provvisoria sospensione della diffida.

    Il Tribunale Amministrativo che aveva già respinto la richiesta di sospensione, in data odierna si pronunziava definitivamente: “…Ritenendo infondato il ricorso proposto dalla Italcementi…”

    “…la Italcementi non ha mai menzionato la presenza e l’uso del Pet-coke come combustibile….”.

    Il Comitato Cittadino Isola Pulita nell’attesa di conoscere le motivazioni dei Giudici del T.A.R. (dr.Giallombardo-dr Veneziani e dr. Valenti) esprime soddisfazione per l’esito del ricorso e si augura che per il futuro non si verifichino le gravi violazioni di legge già rilevati dall’Assessorato Territorio ed Ambiente il cui parere trova peraltro riscontro anche in Studi finanziati dagli stessi cementieri
    “……bisogna inoltre rilevare che proprio la natura stessa del coke di petrolio deve indurre a molta cautela nella sua manipolazione, così come altrettanta attenzione deve essere posta nel bruciarlo.
    Ferma restando la necessità di rispettare i vigenti limiti di legge sulle emissioni……”
    Il coke di petrolio come fonte di energia Giacomo Pinelli

    L’ALTA PERICOLOSITA’ DEL PET-COKE E’ DOVUTA alla SUA elevatissima concentrazione di zolfo (responsabile dell’anidride solforosa), di metalli pesanti quali il Nichel e Vanadio e di policiclici aromatici (sostanze cancerogene).

    La mancanza di uno specifico impianto di abbattimento nell’utilizzo del pet-coke come combustibile, genera un impatto ambientale particolarmente elevato per la matrice ambientale aria e, quando si parla di impatto ambientale nell’aria e relativo effetto sulla salute delle sostanze inquinanti, bisogna prestare particolare attenzione ai FLUSSI DI MASSA di questi impianti.

    ’impatto ambientale deriva dal quantitativo d’inquinanti emessi in un arco temporale, soprattutto se pensiamo a quelli più persistenti (metalli, diossine etc).
    Per valutare l’impatto si deve moltiplicare la concentrazione degli inquinanti per la portata (cioè la quantità d’aria) così avremo il flusso di massa (quanto esce in un’ora, mese o anno d’inquinanti).

    Il comitato Cittadino Isola Pulita, ricorda quanto evidenziato in diffida

    “…la Italcementi ha fatto uso di pet-coke sin dal 1987 pur in assenza di relativa autorizzazioni…”.

    Senza che la popolazione NE SAPESSE NULLA

    Il Comitato Cittadino Isola Pulita

    richiama ancora una volta l’attenzione e la vigilanza delle Autorità che per norme giuridiche hanno il compito e la responsabilità di tutelare la salute dei cittadini, la salvaguardia dell’ambiente, la qualità dell’aria, la qualità dell’acqua, la tutela preservazione e conservazione dei beni e zone ad alta protezione ambientale e
    paesaggistica(per esempio le sedi dei siti S.I.C. ITA 020047; ZPS ITA020023; IBA155)

    Il Comitato Cittadino Isola Pulita
    ritiene le Autorità altresì responsabili di eventuali atti omissivi che possano pregiudicare, nel presente e nel divenire, la SALUTE dei CITTADINI e la TUTELA dei BENI AMBIENTALI,

    Il Comitato Cittadino Isola Pulita ritiene le Autorità competenti, responsabili di tutti i danni materiali e morali conseguenza di tali atti omissivi.

    NO PET-COKE NO PET-COKE NO PET-COKE NO PET-COKE

    http://isolapulita.iobloggo.com
    Labels: ITALCEMENTI T.A.R. SICILIA 24.4.07 NO PET-COKE

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